Being Blanche and…”ci sono quelli”

 

Questo post è nel cassetto da tempo…e se vedete da quanto tempo non pubblico niente non farete fatica a crederci.
Un giorno me ne stavo tranquilla a pensare a quanto la vita ti faccia incontrare persone tutto il giorno, persone che vedrai per un attimo o che sarai destinata a frequentare per parecchio tempo…fortuna ha voluto che avevo dietro con me un piccolo foglietto di carta dove ho appuntato queste frasi.
Non fatico a credere che a tutti verrà la voglia di chiedersi a chi particolare persona pensavo quando ho scritto una particolare frase. Io me li ricordo ancora tutti a uno a uno (molti me li ricordo anche con più frequenza perchè fanno parte di più frasi), vuoi perchè fanno parte integrante della mia vita, vuoi perchè l’hanno lasciata da tempo…ma così è la vita…una serie di persone che ti sbattono contro, nel male e nel bene.

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Being Blanche…and The Sound of Music!

“Torte di mele, biscotti croccanti, bianchi vapori dai treni sbuffanti, quando ti portano a letto il caffè, ecco le cose che piacciono a me!”
Non lo nego, sentendo questa melodia il mio cuore sobbalza ogni volta da almeno venticinque anni. L’esatta metà dell’età stessa di questo film: Tutti Insieme Appassionatamente, l’unico ed inimitabile The Sound of Music.
C’è qualcosa di tacitamente detto tra me e questa pellicola, qualcosa che va oltre il semplice modo di vedere un film. Io questo film lo sento, lo vivo, lo assaporo in ogni sua più piccola parte, in ogni sua nota, in ogni sua piccola (se mai ce ne fosse) imperfezione.
Questo film sono io.
L’esuberanza di Maria, l’impassibilità del comandante Von Trapp, l’ingenuità di Liesl (Dio come mi piace questo nome!), l’altezza di Friederich, la semplicità di Louisa, la giocosità di Kurt, l’amore per la lettura di Brigitta, la curiosità di Martha, la tenerezza di Gretl. Tanti nomi che, negli anni, sono diventati per me così familiari da renderli, di fatto, una seconda famiglia. Non passa troppo tempo da una visione e l’altra, lo ammetto. E il tempo è talmente poco che riesco ogni volta a ricordare le battute a memoria. E non mi stancherei mai di ripeterle. Salisburgo è diventata per me una seconda casa. L’atmosfera che vi si respira è magica come il film e gli attori che hanno solcato quelle strade cinquant’anni fa. Come diceva la cara reverenda madre “prendere un raggio al sole non si può”, ed è vero, terribilmente. La felicità che scaturisce da questo film è intramontabile, un raggio di sole che continua a colpire migliaia e migliaia di generazioni, sempre con la stessa, bellissima, intensità. A volte mi ritrovo a canticchiare le melodie che accompagnano, magistralmente, il film, e non me ne stanco mai. Un brivido mi passa lungo la schiena tutte le volte che gli archi intonano in crescendo le prime note dell’Overture/Preludium. Prima i violini, poi i tamburi, poi i fiati, in un crescendo che sfocia nel mio stomaco così forte da togliermi il respiro per poi passare alla rassegna di quelle melodie che hanno fatto e continuano a far parte della mia vita (anche ora che sto scrivendo con la colonna sonora che suona dal mio pc continuo ad avere brividi).

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Being Blanche…and the American Dream!

Good Morning Friendsssssss!!!
Non sto nella pelle, o per la precisione non ci sto più da tipo dieci giorni. I migliori dieci giorni della mia vita.
Il viaggio dei sogni: AMERICA – WEST COAST!!!
Sono tornata da un giorno e già mi manca…quegli spazi sconfinati, la bellezza che riesci a toccare con mano, la perenne sensazione che lì tutto, ma proprio tutto, può essere fatto se solo hai la buona volontà di farlo, l’ospitalità della gente, il perenne cielo azzurro e il perenne tepore del sole. Ma sto divagando. Andiamo per gradi. Dunque dunque.

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Being Blanche…and Sette Spose per Sette Fratelli (ovvero, come andare a vedere lo stesso spettacolo tre volte)!

Eccomi di nuovo fra voi dopo una cinque giorni intensissima tra i teatri d’Italia (due per la verità ma ciò che conta è il divertimento…ergo…va bene uguale!).
Presumo che già abbiate letto la review dello spettacolo Dirty Dancing al Teatro Nazionale di Milano…se non lo avete ancora fatto recuperate qui.
Ma la cosa più bella, quella che aspettavo da una vita doveva ancora capitare…rivedere per la terza volta, il 5 novembre, Sette Spose per Sette Fratelli!!! E vederlo con un tutto esaurito è il massimo, fidatevi!
Mamma mia, che emozione! Qualcosa di inimmaginabile e forse indescrivibile (ma io ci provo uguale…)!
Devo dire la verità che ho i santi in Paradiso perchè, per grazia ricevuta, ho potuto assistere per un po’ alle prove dello spettacolo…wow! Ancora adesso che scrivo non sto nella pelle. Io non so proprio quello che mi faccia il teatro ma è qualcosa di magico, da brividi. Ogni volta che entro dentro un teatro, che respiro il profumo delle sedie in pelle/finta pelle/cotone/finto cotone e chi più ne ha più ne metta; ogni volta che vedo quelle luci soffuse in sala e i fari penzolanti dalle americane mi si riempe il cuore…uno spettacolo, per gli occhi e per l’anima. Se poi ci aggiungo che so praticamente tutte le battute e le canzoni a memoria, beh, ecco…il quadro completo della mia “pazzia” è presto fatto (so che qualcuno a questo punto ha già pronto il numero della neurodeliri…ma vi prego…non fatelo! Sono innamorata del teatro, non sono pazza, o almeno non del tutto!).
Comunque, sorvoliamo che è meglio, e andiamo per gradi…prima cosa, e forse più importante: se non l’avete ancora visto fatelo perchè merita davvero! (Io sono già in pole per la quarta volta a dire il vero.)
Che dire? La sottoscritta conosce il film a memoria ma questa versione teatrale in molti tratti la supera.

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Being Blanche…and Dirty Dancing!

Ebbene si, ho fatto la pazzia! Sono andata a Milano a vederlo…partita ieri mattina alle 6, quattro ore e mezza di macchina, giro rapido per Milano e lo spettacolo può iniziare…sì perchè, adoro il teatro e nulla mi può impedire di celebrarlo in qualsiasi modo possibile ed immaginabile. Che dire?

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Being Blanche…and “Cara ragazza”

Sto scrivendo questo post per porvi un quesito o meglio, meglio detta, per sfogarmi con voi circa la maleducazione imperante tra il ceto medio-borghese italiano.
Dunque, mi accingo a raccontarvi la vicenda penosa a cui ho dovuto sottostare questa mattina.
Sono laureata in Scienze Storiche con 110 e lode…ciò implica che non sono per niente l’ultima ruota del carro (si lo so…il tutto suona un po’ di superbia ma per una volta chissene), ho un lavoro (che di questi tempi conviene accendere un cero) e devo combattere con la gente maleducata e ottusa.
Vengo al punto.
Oggi arriva nel mio posto di lavoro una cliente (mi dispiace non poter dire di chi si tratta…o meglio, che mestiere fa ma so che nuocerebbe gravemente alla categoria di cui fa parte, che in Italia è già molto bistrattata) e mi fa: “E’ arrivato il …… che avevo richiesto tempo fa?” – e io tranquilla tranquilla con un sorriso a 82 denti – “No, guardi non è ancora disponibile ma arriverà a breve”, e la signora “Ah lo sa che le dico, ne faccio volentieri a meno se è così, cara ragazza“. E già lì il mio spin antiparallelo che parte. Ma non è finita. Continua a blaterare dolci amenità sulla sottoscritta. Dopo passa 5 minuti, e il mio umore che rasentava allegramente quello di Angelina Jolie in Maleficent, mi fa…”Scusa le paturnie mattutine ma ogni tanto uno ha bisogno di sfogarsi con qualcuno, cara ragazza“.
Ora, partiamo dal presupposto che io la buona volontà ce la metto tutta ma così è troppo anche perchè, cara mia, sono una Dottoressa anche io (perchè lo so, cara, che sei laureata…da un milione di anni ma sei laureata).
Non per fare polemica sui titoli di studio, per carità. Non sono il tipo. Ognuno fa le sue scelte di vita. Io ho deciso di studiare e laurearmi in quello che mi piaceva, ognuno è libero.
Ma sull’educazione, su quella no, non transigo.
Perchè puoi anche essere l’ultimo scaricatore del peggior porto mondiale ma un minimo di educazione si richiede. O al contrario, potrai pure aver vinto un premio Nobel, cara la mia signora, ma non sai con chi stai parlando e almeno finchè non ti ho fatto vedere la mia carta d’identità, il codice fiscale, il mio trascorso scolastico, o peggio, la mia fedina penale non ti devi premettere di crederti chissà chi…cara.

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Being Blanche and…Seven Brides for Seven Brothers (again!)

E poi c’è quell’attimo in cui si sta per aprire il sipario, quell’attimo in cui le luci si spengono, dove il silenzio pervade l’aria e l’aspettativa è palpabile. Quell’attimo in cui si trattiene il fiato prima che tutto abbia inizio…è lì, dove tutto è sospeso, che i sogni tratteggiano il loro percorso, il punto esatto dove riesco a trovare la parte più magica della vita.
No no, questo solo per dire al mondo che sono tornata a vedere Sette Spose per Sette Fratelli al Sistina con mia zia…questo il lauto bottino e la felicità di salutare personalmente la Lanfry, Flavio Montrucchio e tutto il cast…soooo happy! Cammino a tre metri da terra per una serata semplicemente perfetta!

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Being Blanche…and Seven Brides for Seven Brothers!

Finalmente trovo il tempo di buttare giù questo post dopo un bellissimo weekend passato a Roma che è terminato con la visione al Teatro Sistina di Sette Spose per Sette Fratelli con Roberta Lanfranchi e Flavio Montrucchio. Che dire? Uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie! Corpo di ballo strepitoso e due protagonisti principali che nulla hanno da che invidiare ai loro corrispettivi di celluloide Jane Powell ed Howard Keel. Eravamo in seconda galleria, che al Sistina praticamente vuol dire vedere dall’alto esattamente tutto il palco (comprensivo di scotch colorato per indicare le posizioni che la bellissima scenografia stile Broadway deve avere) e che rende, di fatto, spettacolare qualsiasi numero di ballo mirabolante come effettivamente è. Un’orchestra dal vivo piazzata proprio sopra la scenografia del Grocery Store della cittadina dell’Oregon dove è ambientata la storia, costumi che nulla hanno da che invidiare con la realtà storica e lo spettacolo è servito. La storia è presto detta: Adamo Pontipee (mi raccomando l’accento sull’ultima E…ho scoperto solo ora la vera pronuncia dopo più di 30 visioni della pellicola di celluloide…la potenza del teatro!) se ne va in città a cercar moglie e…la trova in Milly tenera e forte ragazza che cede subito alla sua proposta nonostante gli avvisi della collettività: “È arrivato dal nulla e ho capito che è l’uomo giusto per me” – “Ha avuto in cinque minuti ciò che di solito si ottiene in tre anni” dice Milly alle signore attempate del villaggio…ma nonostante tutto la storia funziona. Unico neo: Adamo si è allegramente “dimenticato” di dire a Milly che ha ben altri 6 fratelli…tutti che vivono con lui, nella fattoria. “Vivete tutti con le vostre famiglie qui nei dintorni? – chiede Milly ignara – “Ma non qui nei dintorni…qui!” Ahiahiahi! La storia non è esattamente come credeva Milly…ma la cosa non la spaventa e comincia a mettere in riga i ragazzi (ed il marito) a partire dall’arte del corteggiamento: “Corteggiare una donna, non sapere se poi cederà, eleganti profumati, vi assicuro che non guasta mai, se la caccia è quel che piace a voi” – “Si!” – “Non è poi così diverso dai…scoprirete quanto è bello corteggiare!” E corteggiano davvero! Complice un ballo in città i ragazzi si innamorano di sei dolci pulzelle…tornati nella fredda fattoria Pontipee e con l’inverno in arrivo i boscaioli sono disperati. Adamo ci mette una pezza…perchè non rapire le ragazze? “Povere donne, quante notti buttate via. Mentre i loro mariti se ne vanno in cerca di guai. Sempre chiuse in solitudine, ognuna di loro spererà che prima o poi qualcosa succederà”. Detto fatto. Prendendo come spunto Il Ratto delle Sabine ecco che i giovani vanno in città, rapiscono le ragazze e le portano alla fattoria. Una valanga farà il resto, recludendo le giovani assieme a Milly per tutti i mesi invernali. Gli aitanti giovani costretti a dormire nella stalla ed Adamo, irato contro Milly nella baita ancora più su nel monte…Ma non tutto viene per nuocere. La convivenza forzata aumenta l’amore, Milly si scopre in dolce attesa e, arrivata la primavera, nasce una bella bimba e sei nuovi amori. Ovviamente il lieto fine è dietro l’angolo: Adamo in qualche modo si fa perdonare (lo splendido duetto di “Io non ti lascerò oh Milly/Adamo, sempre tuo/a, se vuoi sarò” è da brividi) e decide di riportare le giovani alle rispettive famiglie, ma è troppo tardi…le famiglie sono già alla fattoria. Il pianto di un bambino e la risposta “E’ MIO!” all’unisono delle ragazze alla domanda del reverendo preoccupato è provvidenziale per garantire un matrimonio alle sei nuove e formidabili coppie!
Dopotutto…”Non è favola se…lieto fine non c’è!”.
Sono uscita dal Sistina che camminavo tre metri da terra e non ho fatto altro che canticchiare il motivo di “Bless your Beautiful Hide” finchè non sono tornata a casa (i miei amici lo possono testimoniare…e i miei genitori possono ancora garantire che lo canticchio per casa!).
I miei complimenti a tutto il cast, a Roberta Lanfranchi che, come ha detto lei stessa nell’intervista: “Non c’è bisogno di costruire rapporti…io SONO Milly, sono assolutamente a mio agio. Ho tre figli, un marito, quindi ho quattro uomini a casa. Qua ne ho un po’ di più da gestire ma insomma…devo dire che porto sul palco quello che ho a casa! E’ facilissimo!”,  a Flavio Montrucchio che è bravissimo e soprattutto simpaticissimo e al corpo di ballo che è fenomenale.
Unica pecca di tutta questa faccenda è che, come sempre, esci da teatro e finisce il sogno…due ore e mezza di sogno spettacolare che rimarrà sempre nei tuoi ricordi e che potrai sempre recuperare…sorridendone…sempre.
In caso di amnesia, comunque, ringrazio Twitter ed il retweet che ho avuto da Roberta Lanfranchi al mio tweet…dopotutto non è stato solo un sogno! 🙂

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Being Blanche…and book covers!

Sono totalmente, amabilmente, veramente, streanuamente innamorata delle copertine dei libri…inglesi! Si, perchè quelle italiane sono davvero troppo pompose…ma vuoi mettere quelle dei libri in inglese?! Dio mio che spettacolo! Quei colori pastello, quelle scritte labili e leggere, quell’odore di carta che trasudano le pagine mentre le scorri e scopri che, sì, potresti provare anche l’ebbrezza della lettura in inglese perchè, dopotutto, qualcosa ci capisci anche te. E le copertine chiare, disegnate, delineate…quelle pagine con colori sbiaditi che promettono avventure, in lingua, che ti riepiranno le giornate e in cui ti innamorerai ancora una volta e sempre di più delle pagine, delle copertine consunte che, assieme, a quei splendidi segnalibri a calamita ti sembrano usciti da una libreria dell’ East End. Adoro i libri. Adoro l’inglese, e lo capisco. Perchè non continuare a provare quella splendida sensazione di toccare qualcosa che ti fa prudere i pollici, nell’attesa di iniziare la lettura…tenendo fra le mani quelle splendide copertine pastellate e quelle scritte leggère leggère. Uh, che strano…leggère…come il lèggere. Perchè in Italia si ha così tanto la paura di lèggere quando è una cosa così leggèra???…lo dice anche l’italiano!

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