Being Blanche…and punctuation marks!

No…non è e nemmeno vuole essere un post sulla grammatica.
Ma sulla vita, in generale e in particolare. Non avevo mai pensato (fino a ieri) di poter trattare una vita con la punteggiatura
Ed invece mi rendo conto che, nel farlo, posso, senza ombra di dubbio, e senza un ragionevole errore inglobare tutto nella punteggiatura.
Si, quella dei testi! Non è un caso forse che punti, virgole, punti e virgola, punti esclamativi e, se lo volete, interrogativi regolino dall’alba dei tempi quello che scriviamo. E allora perché non provare con la stessa quotidianità? Ripetere, alla fine di un discorso, la parola “Punto!” non è forse un modo per finire una conversazione? Non passarci più sopra. Concluso. Cambiamo argomento. Stop. Come nei telegrammi. E invece se uno si ferma a pensare…cosa accade? Accade che ci si rende conto di quanto sia terribilmente più bello usare virgole e punti e virgola per farlo continuare quel discorso, per vedere che dietro l’angolo magari c’è qualcosa di diverso, che non ci si aspetta. Concluderlo, magari, con un punto esclamativo, quel discorso. Oppure con un punto interrogativo, magari. Domande che aprono altre porte o che fanno scegliere altre strade. Che ti costringono a pensare. Ad aprire parentesi (più o meno grandi) nella tua quotidianità.
Oppure virgolette che ti fanno cominciare un nuovo discorso, daccapo. E vedere come va a finire…lasciando i puntini di sospensione come uno spiraglio tra le pieghe di pagine che ancora si devono scrivere.
Beh, vista da questo punto, queste pagine le voglio proprio scrivere!

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