Il viaggio

"Viaggiare è per sua forma, esistere" - Stephen Littleword

 

E viaggiare è per me un punto fisso. Partire. Per quel tanto (o quel poco) che si può...ma partire. Per vedere mondi nuovi, culture nuove, per esplorare, non essere più costretti ad immaginare quello che si legge nei libri o si vede attraverso i film. Per capire. Per crescere e allargare i propri orizzonti. I propri limiti.

Per me esiste un tipo di viaggio...quello in macchina. Ho girato più di mezza Europa con un solo mezzo di locomozione: l'automobile. Non sono totalmente contraria all'aria, e con aria intendo aereoplano, ma devo dire che la quintessenza del viaggio per me resta sempre e comunque il tour automobilistico. Quello che ti permette di vedere i paesaggi cambiare, il tempo farsi più scuro o più chiaro a seconda del luogo che ti appresti a scoprire, quello che, nel passaggio, ti permette di assaporare colori, odori e sapori nuovi...Prendere l'aereoplano rappresenta un modo per farlo assai più rapido, vieni teletrasportato esattamente dove vuoi tu. Sali in Italia e scendi a Kuala Lumpur, è vero.
Ma quello che ci sta in mezzo? Te lo sei perso.
Forse è per questo che sono laureata in Storia...la sensazione che il viaggio in carrozza permetta molte più scoperte è il deterrente!

A parte gli scherzi, questa parte del sito vuole essere un racconto simil-comico e simil-guida dei miei viaggi in giro per l'Europa. Vi troverete foto, chicche e, perchè no?, spunti per possibili escursioni.

Unico appunto: abbiate la pazienza di immergervi nella lettura per capire la bellezza di un viaggio alla scoperta del mondo...e tenete ben presenti le postille di Corrado Augias ne "I segreti di Parigi" (tutti dovrebbero leggere prima o poi questo libro e imparare a fare i viaggiatori):

"Alcune parole di Georges Perec, lette parecchio tempo fa, nel suo libretto L'infra-ordinaire (L'infra-ordinario), (*) hanno molto influenzato il mio modo di guardare una città sconosciuta. Di una città, soprattutto se straniera, quando vi si giunge per la prima volta, in genere si notano gli aspetti più appariscenti: l'architettura, le opere d'arte, le decorazioni. Si visita il museo, il palazzo del re o del signore locale, si ammirano le statue che ornano atri o scaloni, ci si sofferma sugli elementi ornamentali che ogni città possiede: fontane, portali, archi. A volte si resta colpiti perfino dai minuti particolari dell'arredo urbano: lampioni stradali, colonnine spartitraffico, vetrine di negozi, targhe stradali, cippi. Da questo nostro osservare, dalla somma di sensazioni che ne deriva, nascono il giudizio e la memoria. [...]
I luoghi, le opere d'arte, gli oggetti, "logorati" dalla loro stessa celebrità, si appiattiscono e diventano una sorta di illustrazione a due dimensioni, di "figurina" [...]. E quando un oggetto (o un luogo) diventa una figurina, non fa molta differenza guardarne la riproduzione in televisione o l'originale nella realtà: in un caso e nell'altro, ciò che vediamo è una silhouette impersonale, mentre il nostro desiderio vorrebbe percepirvi tutto lo spessore della vita.
Come comportarci, allora? Per cominciare possiamo facilmente ricorrere a informazioni supplementari. Di qualunque opera degna di nota nel mondo possiamo conoscere l'anno di realizzazione, i nomi degli artefici, il significato delle decorazioni, i riferimenti e le connessioni ad altre forme espressive e artistiche, le ascendenze e le discendenze stilistiche e via dicendo. Dati che sono alla portata di tutti, che qualunque guida ci fornisce a un prezzo ragionevole.
Non è tutto, non è molto, ma non è nemmeno inutile "nozionismo". Un nome, una data, un'analogia collocano l'opera nello spazio e nel tempo, aiutano a ricordare e a collegare, in definitiva a capire, tolgono qualsiasi piattezza all'immagine, restituiscono alla "figurina" una certa pienezza di volume. Poi c'è, ovviamente, il resto, che è moltissimo e non si esaurisce nei nomi e nelle date. "Le fabbriche" diceva Gianlorenzo Bernini "sono il ritratto dell'animo dei principi." Ogni "fabbrica", cioè ogni costruzione ma anche ogni oggetto degno di nota, racchiude e spesso nasconde un "ritratto" che certo non riflette solo i connotati di un uomo ma anche di un'epoca e di un paese. Per riscoprirli bisogna allora andare oltre i semplici dati esteriori, alle storie, alle circostanze, alle notizie."

Corrado Augias - I segreti di Parigi - © Tutti i diritti riservati

Bene, benvenuti nell'infra-ordinario!